C’era una volta l’anno “erotico” del 1968. Poco tempo dopo, una canzone diventa vero successo in Quebec: “Le Temps Est Bon”.
Quasi cinquant’anni dopo, una nuova versione, che ne mantiene l’allure vintage combinandolo perfettamente con un arrangiamento contemporaneo, impazza nelle classifiche francesi.
“Le temps est bon, le ciel est bleu j’ai deux amis qui sont aussi mes amoureux”
(“Il tempo è bello, il cielo è blu, ho due amici che sono anche i miei amanti”). Ecco la storia di questa melodia che profuma di libertà e amore.
“Dam dam tatam…tam tam tatam…” La canzone “Le Temps Est Bon” nasce sulle rive del fiume St. Lawrence a Montreal nel 1971.
A fine 2018 la versione rivisitata con l’aggiunta di bassi e bpm targata Bon Entendeur, ha fatto impazzire il pubblico del Fnac Live Festival sul piazzale del municipio di Parigi. “Le temps est bon, le ciel est blue” è cantato all’unisono da migliaia di persone.
Canzone di un film, utilizzata poi in diversi spot pubblicitari, “Le Temps Est Bon” è un inno senza tempo, un’ode alla libertà.
Come e perché questo classico canadese sta godendo di una seconda vita in Francia?
All’inizio degli anni ’70, Stéphane Venne ha 30 anni, vive nel cuore di Montreal ed è direttore artistico della Barclay-Canada. Ha una certa aura. “Dato che avevo la reputazione di poter scrivere su richiesta singoli che funzionassero, i produttori di ‘Les Mâles ou l’Eternel Masculin’ mi hanno chiesto di scrivere la musica del film”, afferma il cantautore, oggi settantottenne.
In una settimana il brano è finalizzato e affidato alla voce della stella del momento, Isabelle Pierre (all’anagrafe Nicole Lapointe), all’epoca ventiseienne.
La magia è immediata. La voce di Isabelle sublima questo film “gioiosamente amorale” di Gilles Carle.
E se l’estate dell’amore del ’68 si è conclusa qualche anno prima, lo spirito hippy continua a diffondere le sue luci nelle pianure attraverso l’Atlantico. Una donna, due uomini e una foresta canadese, “in questa canzone, c’è anche il tema bigamia raccontato dal punto di vista di una donna, che si può rapportare alla dinamica femminista che si stava intensificando all’epoca”, analizza Stéphane Venne, che parla di “tranquilla ribellione “, “libertà di sfogliare”. Il film uscito nel 1971 diventa un classico del cinema in Canada e la canzone un grande successo.
E poi?
Nel 2010, Xavier Dolan ha 21 anni. Il regista, descritto come un giovane prodigio del cinema del Quebec, pubblica “Les Amours Imaginaires” . Il copione: “Francis e Marie sono amici, dandy, single e avventurosi. Si innamorano entrambi dello stesso ragazzo, Nicolas, tanto delicato quanto indecifrabile. Il giovane diventa la loro ossessione e presto un oggetto di rivalità tra loro. Una donna, due uomini, una foresta canadese. Come musica per la scena di questo triangolo amoroso omosessuale divenuta un cult, Xavier Dolan utilizza “Le Temps est Bon”.
“Mi ha commosso, sorpreso e rassicurato vedere un giovane artista molto credibile certificare l’intramontabilità di questa canzone”, afferma Stéphane Venne.
Un vero successo in
Francia, il film catapulta immediatamente “Le Temps Est Bon” dalle foreste del
Quebec alle serate parigine.
Nel 2012, Arnaud
Bonet, Pierre Della Monica e Nicolas Boisseleau sono grandi
amici uniti dalla passione per la musica e l’amore per la cultura francese.
Danno vita a Bon Entendeur, un’entità più definibile come concept piuttosto che come progetto musicale.
Iniziano remixando gemme della French Chanson e proponendole in mixtape che nei primi 5 anni generano oltre 70 milioni di ascolti.
Quando propongono una rivisitazione de “Le Temps Est Bon” in apertura ai loro set si accorgono di avere tra le mani qualcosa di speciale: “Abbiamo iniziato a suonarla. La canzone ci è subito piaciuta, è all’avanguardia, parla di poligamia con grande leggerezza e libertà”.
Il singolo viene rilasciato da Columbia e diventa un successo in Francia, dove ottiene la certificazione ORO collezionando decine di milioni di streaming.
Dalla versione originale del 1971 è passato quasi mezzo secolo ma in ogni sua veste, questo brano riesce a colpire qualsiasi generazione.
Ora è tempo di fare conoscere questo “nuovo
classico”
anche in Italia.