Ha appena vinto il prestigioso “British Breakthrough Act” ai Brit Awards ed è da poco venuto in Italia per salire sul palco del festival di Sanremo come ospite di Marco Mengoni per cantare insieme “HOLA (I Say)” (certificata platino), Tom Walker oggi pubblica il suo album di debutto “What A Time To Be Alive” per Sony Music.
Walker è stato l’artista emergente inglese che ha avuto più successo nel mondo nel 2018 con il singolo “Leave A Light On”, doppio disco di PLATINO in Italia e platino in più di 10 Paesi, con oltre 200 milioni di stream e visualizzazioni a livello globale, pronto a bissare il successo con il nuovo “Just You And I”, che sarà in rotazione radiofonica da venerdì 15 marzo ed è già nella A-List di radio BBC1.
L’artista tornerà in concerto in Italia domenica 17 marzo a Plan De Corones, a Marebbe (BZ) e poi il 23 giugno sarà al Rumors Festival a Verona, al Teatro Romano e il 24 giugno a Percuotere la Mente, alla Corte degli Agostiniani a Rimini.
Il titolo dell’album, “What A Time To Be Alive”, è tratto da una delle più belle canzoni d’amore di Walker, “Blessings”, ed è indicativo dell’ottimismo di fondo che permea questa raccolta di 12 tracce scritte da Tom da solo, o in collaborazione, e cantate con il suo inconfondibile timbro vocale.
Ad anticipare il nuovo album, oltre a “Leave A Light On”, anche i brani “Angels”, “My Way”, “Just You and I” e “Not Giving In”, mentre tra le tracce inedite spicca sicuramente il duetto con Zara Larsson in “Now You’re Gone”.
Una particolarità di Tom Walker è sicuramente il modo in cui i suoi brani riescono ad entrare in sintonia con i fan: tra loro ultimamente si possono annoverare anche William e Kate, il Duca e la Duchessa di Cambridge, nonché Harry e Meghan, il duca e la duchessa di Sussex, davanti ai quali si è esibito per un evento di beneficenza a metà novembre. Walker recentemente ha anche conquistato il premio Sync Artist of the Year alla Music Week Sync Awards e il prestigioso ASCAP Vanguard Award (già vinto in passato da Dua Lipa, Jess Glynn e Calvin Harris).
La copertina dell’album, creata dall’innovativo artista Craig Alan, mostra uno straordinario ritratto di Tom formato da 2000 piccole immagini di persone che sono state importanti nella vita di Tom in questi suoi 26 anni sulla faccia della terra.
“What A Time To Be Alive” tracklist:
1) Angels
2) Leave A Light On
3) Not Giving In
4) How Can You Sleep At Night
5) Now You’re Gone feat Zara Larson
6) My Way
7) Blessings
8) Cry Out
9) Dominoes
10) Fade Away
11) Just You And I
12) The Show
Walker, nato a Glasgow nel 1991 ma cresciuto a Manchester, riesce a unire un cantato molto profondo e sentito a una produzione minimale.
Nella sua vita da artista Tom Walker ha già sperimentato gli alti e bassi della gavetta ovviamente, con tutte le delusioni che questo può comportare. Forse proprio quelle difficoltà hanno reso la sua voce così abile nel trasmettere emozioni e nel connettere le persone con le proprie sensazioni di paura e delusione. Nei momenti duri, la musica di Tom ha il compito, per sua stessa ammissione, di ricordarci che esiste sempre un lato positivo in ogni situazione e una speranza in mezzo al caos.
Il viaggio di Tom inizia a Glasgow nel 1991, il 17 dicembre, dove rimane tre anni prima di trasferirsi con la famiglia in una piccola cittadina vicino a Manchester. Tom scopre di amare la musica molto presto e compra la sua prima chitarra a 13 anni. Rimane letteralmente folgorato da “Thriller” di Michael Jackson (ancora oggi il suo album preferito) e, a differenza dei suoi compagni di classe, si appassiona di AC/DC e Foo Fighters ma anche degli Underworld, dei Prodigy e dei Muse. Importantissima in questa fase è l’influenza del padre sia per i gusti musicali che per l’incoraggiamento che riesce a infondere al figlio.
Dopo essere riuscito a recuperare del materiale per registrare a casa, Tom inizia a scrivere canzoni, ma il problema nasce nel momento in cui non riesce a trovare nessuno nel Paese in cui vive che riesca a suonare con lui, così inizia a imparare a farlo da solo e anche a registrare. Frequenta il college e impara il basso e la batteria, inizia finalmente a suonare nella sua prima band ed è così bravo che gli insegnanti arrivano a chiedergli: “Ma tu non hai bisogno di noi, giusto?”.
Prima di riuscire a ottenere i risultati sperati con la musica, però, Tom deve affrontare una serie di lavori non molto gratificanti per lui, per esempio l’addetto alle foto durante i party. “Ero fondamentalmente colui che stava dietro ai bambini al posto dei genitori molto ricchi e molto ubriachi”, racconta di quel periodo. “Erano probabilmente i futuri avvocati di Londra ma erano fuori di testa!”, continua, “ogni volta rischiavo che mi rompessero la macchina fotografica e ogni volta pensavo: caspita, voi dovrete un giorno occuparvi di come funziona il nostro Paese! Comunque era tutto materiale d’ispirazione per i miei testi!”.
Tom stava anche facendo lo chef (“Uno chef, pessimo”, commenta lui) quando uno dei suoi amici gli parla dei corsi di laurea in musica, e un corso di laurea alla London University in songwriting rappresenta la migliore opportunità per lui. “Avevo mandato la mia domanda di iscrizione per un corso di chitarra ma era pieno così ho comunque mandato loro le mie canzoni e mi hanno suggerito il corso di scrittura”. “È stato veramente interessante”. Anche la vita a Londra diventa materiale perfetto per un cantautore: vive in un appartamento piuttosto discutibile insieme ad altre 12 persone che ben presto diventano un po’ la sua famiglia.
Anche “Leave a Light On” unisce due storie vere diverse. La prima è quella di un suo amico che era in pericolo nel mezzo della notte e aveva chiesto l’aiuto di Tom. La seconda, invece, riguarda la morte di sua zia, capitata proprio durante la stessa mattina.
Mentre “Leave A Light On” ha fatto conoscere Tom come rivelazione globale, il suo album senza dubbio consolida la sua reputazione come uno degli artisti più entusiasmanti che ci siano al giorno d’oggi.